Mi sembra una vita che siamo sospesi su una bolla in attesa che tutto torni alla normalità, la tanta vituperata normalità.
La dilatazione del tempo ha diverse peculiarità: da un lato mi offre la possibilità di aprire vecchi cassetti della mia coscienza; riprendo, sviluppo idee e pensieri accantonati ed impolverati, dall'altro mescola la noia e il vorrei ma non posso anestetizzando la razionalità ed evidenziando la mia parte sensibile (e la mia parte intollerante cit.).
La verità è che mi manca la quotidianità, il bordovasca, l'odore del cloro che fa friccicare le narici, i piedi bagnati, l'urlo della notte ai miei ragazzi e soprattutto l'odore dei palloni unito al sibilo della rete che si gonfia.
Ho cominciato a scrivere domenica questo post ma, fortunatamente per voi, non vi renderò partecipi del mio flusso di coscienza che, partendo da un bicchiere di Havana Club e passando per le note di Ludovico Einaudi aveva preso una china fin troppo crepuscolare, non che non lo sia in questo periodo, ma non lo meritate :).
Giorni si rincorrono sempre uguali; chiusi in casa, lontani dalle persone a cui vogliamo bene, in attesa di tornare a lamentarci di quello che ci manca, ma lo sapete che vi dico
non vedo l'ora di essere libero di tornare a blaterare nella mia palude...
Vi lascio con il mio primo PENSIERO IN MUSICA da Dottore
Un abbraccio virtuale ma strettissimo
Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
(Pablo Neruda)
M.B.
La tua palude ti aspetta...Grande mister
RispondiEliminaBelle parole Mauro.
RispondiEliminaÈ quello che tutti i giorni penso.