martedì 7 aprile 2020

PAROLE DALLA QUARANTENA

Mi sembra una vita che siamo sospesi su una bolla in attesa che tutto torni alla normalità, la tanta vituperata normalità.
La dilatazione del tempo ha diverse peculiarità: da un lato mi offre la possibilità di aprire vecchi cassetti della mia coscienza; riprendo, sviluppo idee e pensieri accantonati ed impolverati, dall'altro mescola la noia e il vorrei ma non posso anestetizzando la razionalità ed evidenziando la mia parte sensibile (e la mia parte intollerante cit.).
La verità è che mi manca la quotidianità, il bordovasca, l'odore del cloro che fa friccicare le narici, i piedi bagnati, l'urlo della notte ai miei ragazzi e soprattutto l'odore dei palloni unito al sibilo della rete che si gonfia.

Ho cominciato a scrivere domenica questo post ma, fortunatamente per voi, non vi renderò partecipi del mio flusso di coscienza che, partendo da un bicchiere di Havana Club e passando per le note di Ludovico Einaudi aveva preso una china fin troppo crepuscolare, non che non lo sia in questo periodo, ma non lo meritate :).

Giorni si rincorrono sempre uguali; chiusi in casa, lontani dalle persone a cui vogliamo bene, in attesa di tornare a lamentarci di quello che ci manca, ma lo sapete che vi dico
non vedo l'ora di essere libero di tornare a blaterare nella mia palude...


Vi lascio con il mio primo PENSIERO IN MUSICA da Dottore 

Un abbraccio virtuale ma strettissimo

Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.

(Pablo Neruda)

M.B.

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