Oggi con le nostre interviste scambiamo quattro chiacchiere con un altro grande amico dell’Akrosport Roma Pallanuoto, Massimiliano D’Antoni direttore sportivo dell’Empolum 1983.
Ciao Massi, prima di cominciare è d’obbligo una breve presentazione: chi sei, che ruolo svolgi al momento e quante vite hai passato sul bordo vasca.
Sono Massimiliano D’Antoni ormai un vecchio di questo sport, che però ancora è contento ed appassionato come il primo giorno. Attualmente sono il Direttore Sportivo dell’Empolum 1983, piccola società che svolge la propria attività nella piscina comunale di Tivoli. Proviamo a far crescere i nostri giovani e la società stessa. Questo è quello che ho sempre fatto e che mi appassiona. In passato ho fatto più o meno la stessa cosa con altre società tipo Polia Sporting Village, raggiungendo Finali Nazionali giovanili o addirittura con il 3T Sporting Club, che ho praticamente creato da zero, e portato in B Maschile e A2 Femminile. Prima ancora o girovagato tra Tuscolano, Vis Nova, Lazio Nuoto, Nadir. Chiaramente non ho sempre e solo allenato, da modesto giocatore il risultato più eclatante è stato Campione Italiano categ. Allievi 1981. Una vita fa. Mi sono divertito molto poi nelle rappresentative regionali di Propaganda, nello stilare il Notiziario per la Pallanuoto per il Comitato Regionale. E addirittura ho provato a fare l’editore con una rivista che si chiamava Waterpolo is life. Bellissima esperienza che mi ha portato a parlare a Radio Roma, purtroppo, troppo pochi sponsor e quindi 5 numeri e chiusa l’avventura. Ma ne ho un ricordo bellissimo.
Come sei venuto in contatto con l’Akrosport Roma Pallanuoto
Con l’Akrosport sono in contatto grazie a Mauro Baronciani che condivide con me questa passione
Differenze tra lavoro di bordo vasca, con giovani e senior e dietro le quinte
Fare l’allenatore delle giovanili è affascinante, e penso che anche dopo esperienze di prime squadre tornare ad allenare giovani faccia bene. Le generazioni sono sicuramente cambiate non so se in meglio o in peggio, ma sono molto differenti da quando ho iniziato. Allenare una prima squadra per come ho fatto io è avvincente, con le ragazze sono stato fortunato perche avevo un gruppo di atlete con la A maiuscola, e per 2 anni due promozioni sono state un grandissimo traguardo, anche se lo spogliatoio femminile è più complicato rispetto al maschile, con loro era un piacere portarle in giro a giocare, sembravamo il Milan degli anni d’oro; una professionalità stupefacente. Con i maschietti le svariate promozioni che ho ottenuto sono il frutto di gruppi molto uniti. Gli atleti devono essere amici fuori ,prima che in acqua. Il lavoro fuori dal bordo vasca è sicuramente più calmo e tranquillo, ma pur esso affascinante ed importante in quanto per raggiungere dei risultati bisogna essere organizzati. Il risultato del campo è importante, ma
l’organizzazione societaria lo è in egual maniera, altrimenti si corre il rischio di fare un lavoro inutile.
infinita per questo sport e per insegnarlo sempre in maniera corretta ed efficace, senza mai escludere nessuno. Un mio motto è : “Ogni ragazzo che lascia la Pallanuoto, di qualsiasi livello, è una grandissima sconfitta per il suo allenatore”. Credo che la nostra passione a volte sia addirittura un male perché esistono persone che se ne approfittano.
Quali sono i valori che condividi con l’Akrosport Roma Pallanuoto e Mister Mauro Baronciani, e quali dovrebbero essere quelli che devono avere i tuoi atleti
Come già detto la passione per questo sport mi accomuna molto con Mauro, ma anche la lealtà sportiva, il mettersi in discussione ogni volta che se ne presenta l’occasione, l’insegnamento di valori tramite lo sport che oramai, vista la vita moderna stanno sicuramente scemando. Cercare di far appassionare più persone allo sport più bello del mondo penso che sia un buon auspicio. Ai miei ragazzi ho sempre impartito la lealtà sportiva, senza quella penso che non si vada da nessuna parte.
Quanto lavoro c’è per far crescere la base della pallanuoto, dall’Under 9 ai Master
Far crescere la Pallanuoto non è semplice, certo è che rispetto a quando ero atleta le società si sono quintuplicate, chiaramente si è allargata la base, ma bisogna capire se poi al vertice i risultati sono gli stessi. I bambini sono il futuro, non sopporto chi prova a dettare loro già schemi e tattiche, per me fino all’under 13 compresa dovrebbe giocare liberi per divertirsi. Solo che la sete di successo degli allenatori o pseudo simili è tale che non succede, non capiscono che i risultati si hanno nel futuro e non nell’immediato. Ho sempre ripetuto che per un allenatore la vittoria è quella di portare un’atleta a giocare in prima squadra, e mantenere la stessa gioia e passione di quando era più giovane, e non di vincere il girone H del campionato XY. L’amare questo sport, è anche creare una squadra di ex atleti avuti in varie società che affrontano un torneo Master Amatoriale.
La pallanuoto romana: pregi e difetti
Per quanto riguarda la Pallanuoto romana, vorrei soprassedere. E’ piena di professoroni che ne sanno più di me, e che diventano Presidenti per cercare gloria e soldi, fregandosene della nostra passione, delle famiglie che portano i ragazzi in piscina, e degli impegni presi. Questa è Roma per me oramai.
La nostra Dirigenza è diventata un mucchio di imprenditori spocchiosi
che cercano di fregare il prossimo,e tutto questo si ripercuote sullo
sport. Al Foro Italico ormai vado pochissimo, il Sabato pomeriggio non
ci sono più partite avvincenti e degne di nota, ma squadre che arrancano
in media bassa classifica, parlo di A1, o che salgono e scendono di
categoria per mancanza di fondi. Se fossimo più bravi, metteremmo
insieme le forze, siamo a Roma, la capitale, e le squadre di città, se
non di paesi ,più piccoli, sono più organizzate e agguerrite. Noi
purtroppo facciamo la guerra dei poveri, e credo da questa situazione
sia difficilissimo uscirne fuori. Se ho un ragazzo che vale veramente
tanto, il consiglio che ho sempre dato negli ultimi anni è:” Vai a
giocare fuori Roma , se vali farai carriera, altrimenti hai fatto una
esperienza.” Non voglio essere tragicomico ma per me questa è la
situazione della Pallanuoto romana. Il numero di partite giocate nel
Lazio è maggiore a quello delle altre regioni sommate tra loro, però noi
che vinciamo, oltre a qualche campionato Giovanile? E poi tutti questi
giovani forti che vincono i Campionati giovanili dove vanno a finire ?
Chiedo scusa se ho traviato delle domande, questa è la mia opinione. Ringrazio infinitamente Mauro Baronciani per avermi considerato una persona degna di una intervista, e lo invito a continuare il lavoro che sta svolgendo.
Forza Ragazzi
Massimiliano D’Antoni
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