lunedì 3 aprile 2017

A TU PER TU CON ALESSANDRO USAI

Sigaro per Promozione in A1

Oggi ci presentiamo con un’intervista ad un carissimo amico dell’Akrosport Roma Pallanuoto, ma soprattutto un grande allenatore di pallanuoto: Alessandro Usai.

1) Ciao Ale, prima di cominciare è d’obbligo una breve  presentazione: chi sei, dove alleni al momento e quante vite hai passato sul bordo vasca.
Buongiorno a tutti, la mia presentazione è molto breve: ho iniziato a fare nuoto da bambino, a 14 anni mi sono ammalato di pallanuotite  e ancora non riesco a guarire. Devo dire grazie a questo sport che mi ha consentito di conoscere un’infinità di persone con molte delle quali è poi nata una vera e propria amicizia e mi ha consentito anche di girare dapprima l’Italia e poi molte parti del mondo in cui non sarei mai andato da solo. Oggi alleno la Waterpolis, una società nata lo scorso anno che quest’anno ha deciso di avviare un progetto con me con la creazione di una prima squadra. Sarà banale dirlo, nelle mie vite di bordo vasca  di progetti e favole ne ho sentite tante, ma questa volta ho trovato delle persone veramente eccezionali che si impegnano oltre misura per far crescere questa società e con loro mi sento a casa, spero di riuscire a fare grandi cose con questo team. Di trascorsi a bordo vasca ce ne sono un po’: Rari Nantes Velletri, la Magnolia Cori, Albatros Grottaferrata, Ambra nuoto  Latina , Aquademia Velletri,  poi Vis Nova dove ho lasciato molti amici ancora attuali e dulcis in fundo La Roma che mi ha rubato un pezzo di cuore e ancora non me lo restituisce!
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2) Come sei venuto in contatto con l’Akrosport Roma Pallanuoto
Il modo in cui ho conosciuto l’Akrosport Roma Pallanuoto è più tosto singolare : trasferitomi ormai ad Ostia con la mia Roma avevo difficoltà nel trovare squadre con cui allenarmi. Un giorno sentivo una riunione che il grande Mauro faceva a dei bimbi under 13, mi è piaciuto molto come gli parlava e gli ho chiesto se voleva allenarsi contro le mie ragazze con i suoi della  prima squadra e cosi abbiamo iniziato a collaborare.

3) Quali sono i valori che condividi con  l’Akrosport Roma Pallanuoto e Mister Mauro Baronciani, e quali dovrebbero essere  quelli che devono avere i tuoi atleti
I valori che condividiamo sono quelli che dovrebbero essere compresi e applicati  da tutti: non si può essere educatori  sportivi e non far capire ai nostri atleti cos’è la LEALTA’, la CORRETTEZZA, e il RISPETTO per il mister, per i compagni , per l’avversario e per tutte le persone che fanno parte del nostro mondo e non. Da qui il discorso si fa un po’ più ampio e si entra nel tema della preparazione specifica della pallanuoto: da qualche tempo ci viene chiesto di creare dei piccolissimi campioni da subito. Io e Mauro siamo sempre più d’accordo nel voler  far innamorare i ragazzi di questo sport, senza esasperare la cosa e curando molto la parte ludica, poi crescendo c’è tempo per allenare e far crescere i ragazzi anche come “ atleti “. Mi piacerebbe che i miei atleti siano delle brave persone, prima,  e poi atleti di livello. Sportivamente parlando, mi piace uscire da una piscina e ricevere i complimenti per la sportività e correttezza espressa durante il  gioco , che assolutamente non corrisponde con l’essere  fessi! Duri ,  spietati e determinati nel ricercare la vittoria , ma nel rispetto delle  regole.

4) Come deve essere l’approccio dell’allenatore con le leve più giovani, e  come cambia nel corso del tempo

Questa è una domanda difficile. La figura dell’allenatore viene spesso confusa con quella di un fratello più grande, di un “secondo padre“  o qualcosa di simile, NULLA DI PIU’ SBAGLIATO, secondo  me! L’allenatore è l’allenatore è basta. Deve essere una guida nella vita sportiva, spesso un valido aiuto ai genitori nella gestione del ragazzo, ma non deve mai essere un sostituto a  loro e molto spesso, invece, gli viene chiesto di fare una cosa simile. Di conseguenza l’approccio con i più piccoli deve essere un po’ come quello che hanno le maestre  i primi giorni di scuola: molto accogliente, la parte ludica deve prevalere su quella dell’insegnamento, poi gradualmente, quando il giovane si è ormai appassionato e inserito nel gruppo, inizia la seconda fase  che prevede l’insegnamento  del gioco con tutte  le sue  regole  e soltanto per ultimo si può pensare di iniziare a preparare la condizione fisica.

5) Un consiglio a chi si vuole affacciare alla carriera di tecnico
Grazie mille è sempre un piacere condividere il nostro tempo e la nostra passione
Visto il periodo che  stiamo attraversando  mi verrebbe di dirgli: lascia stare!!!!! Comunque  una cosa è certa: ci si può avvicinare a questo “mestiere” solamente se si è dotati di grandissima passione e pazienza. Passione perché non si finisce mai di aggiornarci, rimetterci in gioco, studiare evoluzioni continue di questa disciplina e cambiamenti  di regole e regolamenti che  ci rubano  continuamente tempo ed energie, pazienza perché stiamo continuamente a contatto con tanta gente arbitri, giudici, presidenti, direttori sportivi , atleti ,avversari e soprattutto genitori  che mescolati tutti appassionatamente mettono realmente a dura prova la capacità di rimanere calmi anche a chi in apparenza lo è sempre. Tolti questi contro……. Secondo me non c’è nulla di più bello che tuffarci nella mischia e guidare  una squadra che lotta contro un’altra con l’unico obbiettivo di mettere una palla nella porta avversaria! Rimane , sempre secondo me, lo sport più entusiasmante, non è certo per tutti, difficile da comprendere per chi non è dell’AMBIENTE , forse proprio per questo ci sentiamo dei “privilegiati”, perché riusciamo a divertirci con uno sport che molti non capiscono. In conclusione potrei dire: se vi sentite pronti a gettarvi nella mischia fatelo e rimanete nel mucchio fino a quando vi divertirete, non vi pentirete, ma siate pronti a lasciare il passo quando il divertimento finisce perché senza entusiasmo non sarete più dei buoni coach!

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