
In questo articolo il nostro Stefano Bonanni, allenatore di nuoto da oltre 30 anni ci illustra questo passaggio:
Nell'affrontare
il delicato compito di articolare un corretto percorso tecnico ed
educativo per i giovani atleti, nell'avviamento all'attiva'
agonistica di vertice, dovremmo necessariamente considerare alcuni
aspetti di carattere morale e pedagogico, rispettando alcune
condizioni fisiologiche e psicologiche, prima di articolare mezzi
e metodi nella costruzione del modello di allenamento.
Il
giovane atleta risente fortemente di influenze e pressioni
esterne, pressioni date dal contesto sociale, dal fatto di sentirsi
gratificato nell'essere e fare ciò che gli altri si aspettano.
Si adatta bene e presto, si costruisce schemi motori specifici (
abilità acquatiche ) con una grande facilità non rispettando il
proprio patrimonio genetico e la mancanza di una crescita e
maturazione nell'ambito acquatico.

È
molto forte nel giovane atleta il rapporto motivazione/risultato, è un futile o momentaneo motivo che sposta
leggermente uno dei due fattori, spesso influenza estremamente
l'altro.
Se
è il risultato, è il solo valore assoluto che determina il
valore dell'atleta, un atleta, indipendentemente dal percorso,
dall'età e dallo sviluppo, che non ha buoni risultati, risulta
per l'ambiente un mediocre.

Se
invece il risultato è, come dovrebbe, un risultato di percorso
adeguato alla struttura e alla maturazione, all'impegno e allo
sviluppo,se è una misurazione allora il processo
educativo/pedagogico si completa attraverso gli stimoli allenanti
per fornire tutto ciò che al giovane atleta serve per una completa
maturazione.
S.B.
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