Di seguito presentiamo l'articolo del nostro amico, allenatore di nuoto nonchè Docente Regionale del Settore Istruzione Tecnica Fin: PAOLO SORRENTINO ... BUONA LETTURA!!!
L’argomento è
spigoloso. L’inciampo è dietro l’angolo e conduce troppo spesso, purtroppo, a
scivoloni tematici e pratici sui quali un buon numero di Professionisti del Settore
- soprattutto gli Istruttori più giovani
e meno esperti - dovrebbe riflettere
e riflettere per non cadere in pericolosi errori sul gioco dei ruoli.
Lezione o seduta
di allenamento, attivazione o riscaldamento, impostazione o perfezionamento del
gesto tecnico, esercitazioni per miglioramenti coordinativi o anche metabolico-condizionali.
Confusione
dialettica o ignoranza delle competenze?
Facciamo
chiarezza.
Regola prima:
diversità e differenze non sono
termini da contrapporre.
I ruoli citati,
di pari dignità e importanza, seppur legati a doppio filo seguono da protocollo,
iter e contenuti formativi e aggiornamenti periodici sequenziali e unidirezionali – si
passa cioè da Corsi per Istruttore di Nuoto a Corsi di Allenatore e non viceversa- fatti per
tracciare percorsi didattici solo in parte sovrapponibili.
Il successo di
entrambi passa attraverso una necessaria e possibilmente corretta programmazione
a corto, medio e lungo raggio, stabilendo e definendo obiettivi e scelte
d’insegnamento adeguati e realistici.
La stessa sequenzialità sarà quindi il
presupposto imprescindibile per un’ articolata moderna scuola d’acqua.
Si passerà così
da attività esercitative tecnico-coordinative ad altre dai contenuti anche e
soprattutto metodologico-condizionali.
L’istruttore
di nuoto capace punterà allo
sviluppo di una mappa motoria elastica. Proporrà cioè ai suoi allievi esercitazioni
multilaterali. Stimoli che orienteranno poi, eventualmente la libera scelta di
una disciplina acquatica pre-agonistica senza preclusioni.
Tradotto: penso
che si, va bene l’insegnamento delle
nuotate, ma forse (eufemismo) sarebbe
utile impostare anche in forma ludica, tanto
per dire, un crawl con la testa alta piuttosto che le remate, piuttosto che gli
assetti verticali o le gambate bicicletta, over o trudgeon.
L’allenatore capace punterà allo sviluppo di una mappa motoria
rigida.
Proporrà cioè
ai suoi atleti esercitazioni mirate allo sviluppo ed al consolidamento delle
abilità motorie, della tattica e della condizione fisica (leggi resistenza,
forza, velocità). Per fare ciò si avvarrà delle metodologie dei processi di
allenamento. Costruzione, specificità, durata dei carichi di lavoro e loro
effetti, metodi di valutazione analitica e globale.
L’istruttore
di nuoto capace lavorerà con i suoi
sulla socializzazione e appartenenza al gruppo. Sull’indipendenza,
sull’autonomia.
L’allenatore capace lavorerà anche sul
consolidamento della personalità, sull’autostima, sullo sviluppo delle capacità
agonistiche, sull’accettazione dell’insuccesso e sulla gestione delle vittorie.
Sfrutto, copio
e chiudo con l’idea della rubrica
“PENSIERO IN MUSICA” tanto cara al mio amico Mauro.
“ ..Pensa, prima di sparare pensa, prima di dire
e di giudicare prova a pensare, pensa che puoi decidere tu..”
- Fabrizio Moro-.
Entrambi,
Istruttore e Allenatore, se capaci
se lo ripeteranno come un mantra.
P.S.
L’etica orienta e regola la professione .
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