mercoledì 11 gennaio 2017

AVVIAMENTO ATTIVITA' AGONISTICA DEL NUOTO 2

Seconda ed ultima parte dell'articolo del nostro Stefano Bonanni che ci illustra metodi ed approcci all'attività agonistica e alla gestione dei giovani atleti agonisti.
"Troppo spesso, dopo le prime esperienze acquatiche, in condizioni ancora grezze e insicure, i giovanissimi (mini atleti) vengono selezionati e avviati all'agonismo.
Questo comporta che la ciclicità delle azioni stabilizza falsi automatismi e vizi posturali statici e dinamici irreversibili e impedisce così l'adattabilità degli apprendimenti.
I giovani atleti non devono avere obiettivi importanti a breve scadenza,questo significa che la scelta dei mezzi, metodi e comportamenti deve avere un significato, partire da un programma verosimile e valido, non potendosi e non dovendosi concretizzare nell'immediato alcun picco prestativo rilevante. È importante creare una pendenza lunga e lieve verso l'alto.
Il considerare il giovane atleta in funzione alla prestazione, esaltare i risultati, fare previsioni o proiezioni sul livello tecnico, misurarlo con altri, risulta dannoso.

La formazione giovanile in ambito sportivo, risulta un processo molto delicato e complesso, si sviluppa attraverso interventi sinergici e coordinati e si concretizza in modo lento e progressivo. Certamente la base è lo stimolo allenante, ché però risulta soltanto una condizione necessaria , non come valore assoluto.
Quando assistiamo alla realizzazione di una prestazione di livello assoluto, di certo a monte c'è stata una serie di fattori che si sono evoluti in modo sinergico fin dai primi anni, si è rispettato prima la crescita dell'individuo poi quello dell'atleta , e' la risultante di uno studio dei singoli fattori che danno il successo alla prestazione".
S.B. 

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