mercoledì 28 marzo 2018

A TU PER TU CON DANIELE BETTINI


Stanno riscuotendo un gran successo le nostre interviste, quindi oggi varchiamo i confini del Lazio per incontrare un personaggio di spicco della pallanuoto italiana, prima come giocatore ed ora come tecnico: Daniele Bettini

Ciao Daniele, prima di cominciare è d’obbligo una breve  presentazione: chi sei, che ruolo svolgi al momento e quante vite hai passato sul bordo vasca?

Ciao Mauro, Sono contento di rispondere alle domande della tua intervista.
Sono Daniele Bettini sono l'allenatore della prima squadra maschile del Bogliasco oltre che l'orgoglioso allenatore della squadra under 11 e under 9 sempre del Bogliasco. Sono anche da poco il direttore della Scuola Nazionale di Pallanuotoitalia.
Sono ormai più di 30 anni che entro in tutte le piscine del mondo. Ho cominciato a Quinto a giocare a pallanuoto poi a Bogliasco mi sono trasferito a Bologna dopodiché ho trascorso 7 anni nel Recco per poi finire la carriera da giocatore nel Bogliasco. Qui ho incominciato quella da allenatore prima della squadra femminile poi di quella maschile.

Come sei venuto in contatto con l’Akrosport Roma Pallanuoto?
Da 3 anni partecipo insieme alle squadre Acquagol all'Habawaba Festival e qui tra le più di 130 squadre iscritte ho avuto il piacere di incontrare la Akrosport Roma Pallanuoto con il
suo simpatico e bravo allenatore Mauro. I ragazzi hanno avuto la possibilità di legare tra loro e molti giravano con la bandana rossa regalata come una sorta di gemellaggio.

Quale importanza ha Habawaba nella crescita dei giovani atleti?
Io credo che l'Habawaba Festival sia un momento fondamentale per la crescita umana e pallanuotistica dei ragazzi. Penso che sia un'esperienza meravigliosa che si debba fare assolutamente una volta nella vita. Non avevo mai partecipato da genitore purtroppo per i miei impegni di allenatore ma quando finalmente sono riuscito ad andare a Lignano ho capito esattamente per quale motivo mia figlia Dafne fosse così entusiasta nei racconti e così cresciuta sotto ogni aspetto alla fine del torneo.

Come deve essere l’approccio dell’allenatore con le leve più giovani e come cambia quando diventano atleti di Alto Livello?
Io ho a che fare con atleti alle prime armi e campioni affermati ed ovviamente l'approccio a queste tipologie di giocatori è spesso molto diverso, la cosa però che accomuna è che chi pratica sport come la pallanuoto deve ricordarsi sempre di divertirsi a fare tutto. E questo non vuol dire che bisogna fare gli stupidi o non impegnarsi ma proprio il contrario: si ottengono molti più risultati e gli allenamenti sono molto più efficaci facendo le cose seriamente ma col sorriso sulle labbra. Chi è capace di allenarsi e giocare sempre con uno spirito positivo e la voglia di migliorarsi e mettersi a disposizione del bene della squadra ha le carte in regola per eccellere nello sport e negli altri campi della vita.

Nella pallanuoto hai ricoperto tutti i ruoli: atleta e allenatore di alto livello, tecnico dei bambini e genitore di un’atleta: differenze e similitudini
Io ho avuto la fortuna di giocare con i più forti giocatori del mondo e da loro ho imparato una lezione fondamentale: nessuno può vincere le partite da solo. La forza è sempre e solo la squadra. E ogni componente deve fare tutto il possibile per il bene della squadra.
Nella mia vita pallanuotistica ho ricoperto quasi tutti i ruoli, ho vinto tanto e ho anche perso tanto, ma a mia figlia spero di aver insegnato che il risultato si ottiene lavorando sodo, facendo squadra e non abbattendosi mai. Si può anche perdere ma l'importante è aver fatto tutto il possibile e imparare dai propri sbagli. Solo così si può migliorare come giocatore e come squadra.
Ai miei giovani giocatori dell'acqua col provo a trasmettere lo spirito di squadra e la determinazione per provare a migliorarsi ogni allenamento anche nelle cose più semplici. Ma anche quando si ha la fortuna di arrivare a giocare in una prima squadra bisogna continuare ad avere sempre la determinazione, la voglia di migliorarsi, la positività e il sorriso sulle labbra.
Chi non ascolta, non prova a migliorarsi ed è convinto di avere sempre ragione in tutto quello che fa è destinato a non ottenere risultati.
A Bogliasco abbiamo quasi 50 bambini tra gli Acquagol proviamo a insegnare la disciplina e il rispetto delle regole. Spieghiamo quanto sia importante il compagno di squadra e quanto sia fondamentale che tutti i componenti della squadra remino nella stessa direzione. Ci stiamo preparando per l'Habawaba per fare del nostro meglio e credo che l'obiettivo non debba essere sempre e solo vincere ma crescere e migliorarsi per provare a costruire atleti completi.

Quali sono le virtù di una scuola così prolifica come quella ligure?
In Liguria ci sono tante realtà da cui escono spesso buoni giocatori e penso che la linea seguita dalle società e dal comitato regionale sia in grado di aumentare il numero degli atleti e il livello di qualità generale. I continui concentramenti degli acquagol fanno sì che ci sia sempre un confronto regionale tra le squadre stimolando tecnici, giocatori e genitori. Proprio questi ultimi possono essere considerati i migliori aiutanti degli allenatori se riescono a incoraggiare i figli, se si impegnano a fare un tifo caloroso senza esprimere giudizi tecnici e soprattutto se anche loro sono positivi, appassionati e motivanti.


Grazie mille è sempre un piacere condividere il nostro tempo e la nostra passione
Grazie Mauro! Ci vediamo a Lignano!

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